Intervista al Professor Giovanni Siri
Con l’anno accademico 2005/2006 verrà attivato, presso l’Università San Raffaele di Milano, un nuovo Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione – curriculum in Consumi, Pubblicità e Relazioni Pubbliche, così abbiamo deciso di incontrare il Professor Giovanni Siri. (intervista realizzata per Comunitàzione.it)
Professore buongiorno, e benvenuto su Comunitàzione. Grazie innanzitutto per aver accettato il nostro invito a presentare il nuovo Corso di Laurea. Qual è l’obiettivo del corso?
Il corso di laurea – che appartiene solo per quest’anno alla Facoltà di Psicologia ma che dal prossimo (si tratta di tempi tecnici burocratici) apparterrà ad una Facoltà di Scienze della Comunicazione – intende formare la nuova classe dirigente che dovrà domani governare le imprese ed i mercati con competenze che li mettano in grado di collegare imprese e mercato alla società ed alla sua evoluzione, ai bisogni ed alle persone, ai fattori immateriali della cultura, dell’immaginario, dell’identità personale. Si tratta di ripetere, attualizzandolo ad oggi, ciò che la Bocconi rappresentò a suo tempo per l’economia classica basata su assunti meccanicistici, razionalistici ed universalistici in cui la macchina economica pareva muoversi con leggi autonome. Oggi l’evoluzione storica rende necessaria una gestione delle variabili di mercato e d’impresa in sintonia con la società, i bisogni, la comunicazione, i media, i sistemi di aspettative di valore e di personalità.
Cosa c’e’ di diverso o meglio di innovativo rispetto agli altri corsi di laurea in Scienze della Comunicazione?
Contiamo di poter intitolare la nostra facoltà in modo diverso, proprio per sottolineare la differenza. Il nostro corso di laurea – quello avviato quest’anno – si intitola “Consumi, Pubblicità, Relazioni Pubbliche” proprio per indicare i contenuti professionali distintivi. In realtà noi ci caratterizziamo per l’intersezione tra mezzi e tecniche di comunicazione che costruiscono legami sociali e muovono il mercato con la sociologia, la psicologia, la riflessione etica, il marketing strategico, corredati da informatica, lingue, tecniche di RP e di pubblicità. Insomma ci occupiamo della comunicazione come linguaggio dei consumi e leva di marketing, come tessuto delle organizzazioni produttive, come luogo di formazione dei percorsi di desiderio e di identità. Una comunicazione molto concretamente operante e produttiva, liquido amniotico del farsi e disfarsi dei mercati e dell’economia ma al tempo stesso della società e delle identità, dei valori e dei bisogni. Il corso di laurea è a numero chiuso e prevedere la possibilità di accogliere soli 200 studenti. L’attivazione della facoltà vedrà due corsi di laurea, uno sui consumi ed uno sui media, per un totale di 200 iscritti selezionati con un test di ingresso. Il numero chiuso è legato alla necessità assoluta di lavorare in gruppi a stretto contatto con i docenti e con le aziende che saranno nostre partner, con ricerche e stage, con workshop e seminari, con casework.
Le iscrizioni al PRIMO test di ammissione si sono concluse il 14 Luglio. Perchè effettuare un SECONDO TEST?
Abbiamo articolato in due momenti la selezione per poter lavorare con più attenzione e consentire ai più motivati un accesso immediato che ci consenta anche di cominciare a settembre ad incontrare gli studenti e costruire il percorso. Nel primo test del 14 Luglio abbiamo selezionato un primo nucleo di studenti, mentre la maggioranza confluirà (Tutti i test di selezione in tutte le università avvengono a settembre : noi abbiamo voluto dare un segno di diversità anche con questa doppia possibilità) a settembre. Comunque, nonostante l’entità elevata di contatti, non andremo oltre il numero di 200 persone complessivamente.
Come sarà organizzato il percorso didattico? Su cosa si concentrerà l’offerta didattica? La didattica avrà momenti di interfaccia con i docenti, casework e workshop anche con professionisti e manager o con docenti esterni, momenti di laboratorio, momenti di ricerca-stage. Ci saranno tutor dedicati specificamente ad aiutare l’integrazione tra esperienze e studio, e momenti di lavoro di gruppo. Quali saranno le principali discipline studiate? Quattro pilastri disciplinari : Economica e Marketing, Sociologia e Psicologia, Comunicazione (Pubblicità, R.P, Tecniche di Comunicazione), Filosofia Semiotica ed Etica, con un contorno di laboratori (per esempio sul brand), di lingue e d’informatica. Nelle lauree specialistiche e nei master, che attiveremo fin dal prossimo anno, focalizzeremo su aree più caratterizzate come : la marca e la gestione del brand, la comunicazione nell’area della salute, la ricerca di mercato, l’analisi dei media e dell’audience.
Quali sono i principali sbocchi professionali che lo studente troverà davanti a sé una volta terminato il corso di studi?
Responsabile di strategie di comunicazione nelle imprese, nelle istituzioni o in società di consulenza, esperto di analisi del consumatore, brand manager, strategic planner in agenzie di pubblicità, responsabile della corporate reputation, direzione del personale e degli aspetti di comunicazione interna, consulente per le ricerche di mercato. Perché è importante “obbligare” lo studente ad uno stage a partire dal secondo anno? Perché la conoscenza della società dei consumi e del peculiare rapporto impresa-cliente si deve “toccare con mano” e poi farla oggetto di riflessione, o viceversa occorre mettere alla prova gli schemi teorici confrontandoli con la realtà. Inoltre noi scordiamo che le imprese che ci affiancheranno dovranno conoscere questi studenti perché vogliamo che li considerino “loro” futura classe dirigente.
Crede che lo stage faciliti poi l’ingresso nel mondo del lavoro?
Se fatto in modo organico, su progetti finalizzati, con un piano formativo concordato con le aziende e all’interno di un rapporto di dialogo continuo con le imprese e istituzioni con cui lavoreremo, certo. Avremo d’altro canto anche un centro di studi e ricerche che darà occasione di incontri, discussioni e progetti tra la facoltà e le imprese o istituzioni che vorranno, attraverso la facoltà/corso di laurea, sviluppare con noi e con i nostri studenti un cammino di riflessione e di cambiamento. E le imprese stanno reagendo bene a questa proposta…
Secondo lei, intraprendere oggi un corso di studi in Scienze della Comunicazione, offre buone possibilità per i giovani laureati di entrare nel mondo del lavoro?
La verità è che per noi la definizione di “Scienze della Comunicazione” è fuorviante. Ma non abbiamo per ora la possibilità di correggerla. Purtroppo questa dizione copre realtà e progetti formativi molto diversi. Il nostro ha già dimostrato di dare opportunità di lavoro in misura elevata. Con questa ricalibrazione e con l’impegno qualitativo che ci assumiamo essendo parte del San Raffaele (il secondo ateneo nella graduatoria nazionale, per qualità) aumenteranno questa potenzialità già assai alta. Questo perché nasciamo lavorando a stretto contatto con il mondo delle imprese che sa di avere bisogno di formare nuovi manager, nuova classe dirigente, nuove metodologie di pensiero e di approccio alla mission aziendale.
Un’ultima domanda. Consigliamo da sempre alle future matricole di scegliere dove iscriversi in base ai curricula dei docenti, e in base alle esperienze concrete e reali dei docenti. Mi pare che il Corso di Laurea al San Raffaele, da questo punto di vista, offra davvero una vasta gamma di competenze… a chi, principalmente si sente di consigliare il vostro Corso di Laurea?
Stiamo cercando persone che abbiano curiosità per ciò che le circonda e che vivono, ma che abbiano voglia di cercare di capirle più a fondo (non solo di viverle ingenuamente) e di imparare a trasformarle per far crescere se stessi ma anche la società cui apparteniamo tutti. Persone che sentono di voler capire, di voler progettare, di voler gestire relazioni, di avere a che fare con un mondo di individui che cercano e desiderano, e con una realtà complessa di imprese, mercato e costumi, che tentano di capire e rispondere a questi progetti, bisogni e desideri… Insomma abbiamo bisogno di giovani che sanno stare nella realtà con la voglia di capirla e trasformarla, che vivano i consumi con il desiderio di capirne la profondità e di non intenderli solo come evasione o sfruttamento, che vogliano coniugare il mercato ai valori ed ai bisogni delle persone.
La ringrazio per la sua disponibilità