Ascolto, questo silenzio avvolgere l’anima mentre la sua mano si avvicina con ferocia inaudita su di me. Lacrime, in una notte d’estate rigano ripide lungo il viso tracciando i segni di una malata sofferenza.
Voglia di morire. Quella mano si tende ancor di più verso questo essere inerme per esaudire il suo ultimo desiderio.
Tutto d’improvviso tace.
Il ricordo. Lo sguardo sereno. Quel coraggio che avrebbe sconvolto il mondo. Quell’amore che avrebbe vinto contro ogni cosa. Quella passione che avrebbe tenuto acceso il desiderio. Di vita. Di vivere. Di vincere. Respirare ancora e lasciar battere il cuore per poi farlo volare in alto.
Quel corpo ormai esausto si sottrae finalmente al buio. Lottare ancora. Per qualcosa di impalpabile che forse non arriverà mai. Per non accettare la sconfitta. Per un sogno.
Così la mano si allontana nelle tenebre. Tornerà ancora. Ma non adesso. Non così presto. Non prima di aver scolpito nella memoria altri istanti di sconfinata felicità.